La gabbia di Faraday
Mostra di pittura e scultura di Felice Battiloro
Con il Patrocinio del Comune di Monza
Inaugurazione venerdì 2 Febbraio 2024 ore 19:00
intervento critico di Alberto Moioli e intervista all’artista a cura di Laura Corigliano
SPAZIO MANZONI16 – Spazio Eventi
Via Alessandro Manzoni 16 – 20900 Monza (MB)
Una mostra personale dedicata a Felice Battiloro, giovane artista italiano il cui gesto creativo riesce a sprigionare un’energia espressiva particolarmente interessante.
L’incontro con le sue opere spalanca le porte a dipinti di grandi dimensioni che coinvolgono lo spettatore in dinamiche emozionanti in cui potersi immergere per accogliere, piacevolmente, la forza straordinaria dell’alfabeto del codice artistico di Battiloro.
L’intuizione nasce nella profondità più recondita della sua anima sensibile. Felice si lascia coinvolgere e condurre dalle proprie sensazioni nella creazione delle sue opere che nascono sull’onda di un trasporto emotivo ed un vissuto travolgente. Le interpretazioni classiche della storia dell’arte aderiscono all’assunto secondo il quale l’opera d’arte è prima di tutto una rappresentazione simbolica dell’inconscio stesso dell’artista. Felice riesce ad amplificarne il significato grazie alle sue raffinate intuizioni.
In ogni opera realizzata, Felice Battiloro, celebra la bellezza dell’arte attraverso i codici nascosti del suo alfabeto espressivo ed apre le porte ad una sorta di costante metafora sul senso della vita.
Comunicato Stampa
La mostra di Felice Battiloro induce a una riflessione molto importante sulla quotidianità. La forza del linguaggio creativo dell’artista risiede nella capacità di condurre il pensiero dell’osservatore attraverso un duro confronto con la realtà. La “gabbia di Faraday”, titolo della mostra e nota per essere un contenitore in grado di isolare un ambiente interno da qualsiasi campo elettrostatico e per questo utilizzato per la costruzione degli aerei e come parafulmine, è in realtà una forte metafora sull’isolamento che stiamo alimentando per celare fragilità e debolezze all’esterno.
La volontà di preservare integra l’immagine che ci siamo creati e che la società approva, ci impone talvolta di nascondere, per quanto possibile, la nostra vera essenza, i difetti e le diversità che ci rendono unici. L’uomo, come un eremita avvolto nel calore del proprio rifugio interiore, a volte tende a costruire intorno a sé un labirinto di solitudine. Come un guerriero antico, che erige mura impenetrabili per proteggere il suo regno, così l’uomo erige barriere invisibili intorno al suo mondo emotivo. La “gabbia di Faraday”, come un guardiano silenzioso, difende dalle ipotetiche minacce di cambiamento e crea un’ideale isola di tranquillità nell’oceano della vita, una comfort zone che ha le sembianze di un’intima prigione dorata.
Una scelta apparentemente comoda, che al tempo stesso è una rinuncia alla magia della vita e della crescita.
La serie di opere, tutte inedite, realizzate da Felice Battiloro per questa occasione, ci pone davanti a una domanda che ci riguarda singolarmente ma, soprattutto, ci invita a essere noi stessi e ad apprezzarci per quello che siamo. In realtà questo argomento non è altro che lo sviluppo espressivo del percorso coerente del pensiero artistico di Felice.
Il messaggio è forte perché ci pone davanti a una riflessione che svela l’incapacità, sempre più evidente, delle persone di amarsi per quello che sono, di accettarsi senza doversi nascondere, senza doversi necessariamente isolare.
Altro che “animale sociale”, come sosteneva Aristotele: l’uomo oggi è sempre più rinchiuso su se stesso e sempre più attento all’apparenza che alla sua unicità.
La libertà di pensiero, l’ampiezza dell’espressione creativa di Felice Battiloro è affidata alle sue grandi tele, ai suoi colori e alla sua capacità di mettere il cuore in ogni pennellata. Il pittore si mette a nudo davanti al pubblico esprimendo tutto ciò che ha dentro l’anima, regalando all’osservatore più attento uno spunto di riflessione che può davvero cambiare l’equilibrio del nostro essere più profondo… perché è proprio dentro noi stessi che può nascere la vera rivoluzione,
(Alberto Moioli)
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