Maurizio Brambilla

Maurizio Brambilla – il mio intervento

Vi siete mai trovati in uno studio d’artista, immersi in un dialogo che vi apre un mondo interiore, un viaggio attraverso immagini e idee?

Presso lo Spazio Tadini di Milano ho avuto ancora una volta il piacere di presentare una mostra personale di Maurizio Brambilla, un artista che ho avuto l’onore di seguire nel corso degli anni, un amico a cui voglio bene.

Ho voluto ricordare le chiacchierate nel suo studio, i pranzi che abbiamo condiviso, in cui le conversazioni si intrecciavano con idee per eventi e presentazioni. Una delle esperienze più memorabili è stata una mostra che abbiamo fatto insieme a Berlino, dove l’arte di Maurizio ha brillato in un contesto internazionale. Altrettanto significativa è stata una presentazione in una biblioteca, dove Maurizio esplorava il valore simbolico del libro nella storia dell’arte. È stato un momento di grande condivisione, arricchito da un intervento psicoanalitico che ha offerto una prospettiva unica sul suo lavoro, lasciando un segno indelebile nei partecipanti.

Maurizio ha alle spalle una carriera di capo scenografo, una professione che ha forgiato la sua sensibilità artistica. Fin dall’inizio, la sua arte ha mostrato una forte connessione con la spazialità e la volumetria, elementi che richiamano il Realismo Magico, un movimento che si è sviluppato in Italia negli anni venti. Questo stile cerca di catturare la bellezza della quotidianità, donando agli oggetti un’aura di mistero e significato profondo. Maurizio, con il suo amore per la figurazione, si inserisce perfettamente in questa tradizione.

Il Realismo Magico è un movimento artistico che si è sviluppato principalmente in Italia negli anni venti, dopo la Prima Guerra Mondiale, come reazione alle avanguardie e al caos dell’epoca. Uno stile, un movimento artistico che si è caratterizzato attraverso le rappresentazioni di scene quotidiane immerse in un’atmosfera sospesa e misteriosa, come se gli oggetti comuni possedessero un significato nascosto. I principali esponenti del Realismo Magico in Italia sono stati artisti straordinari come Felice Casorati e Antonio Donghi.

Inoltre, non possiamo non menzionare l’influenza di Giorgio Morandi, il cui approccio contemplativo alla natura morta e alla spazialità ha avuto un impatto significativo sulla sensibilità di Maurizio. Anche se Morandi è più legato alla Pittura Metafisica, la sua capacità di infondere silenzio e introspezione negli oggetti comuni si ricollega all’essenza del Realismo Magico, creando un ponte tra queste due correnti artistiche.

Con la mostra personale allestita presso la Casa Museo Archivio Spazio Tadini di Milano, abbiamo l’opportunità di ammirare una selezione delle ultime opere di Maurizio Brambilla, che non solo riflettono la sua evoluzione artistica, ma evidenziano anche nodi cruciali del suo percorso grazie al sapiente allestimento ideato da Melina Scalise. La sua ricerca continua, la sperimentazione e la raffinata sintesi di stili si manifestano in opere inedite che raccontano una storia personale e universale, un viaggio tra la realtà e la metafisica.

In questo contesto, la sua arte ci invita a riflettere su un tempo sospeso, un momento in cui la realtà si espande oltre il visibile. È come se ogni tela racchiudesse un’idea di eternità, un richiamo alla filosofia estetica che ci ricorda che l’arte può essere un mezzo per esplorare il nostro io più profondo, permettendoci di scoprire ciò che spesso resta nell’ombra.

Nelle sue opere mi ha sempre affascinato il suo uso della simbologia, dall’alfa e l’omega a rappresentare l’inizio e la fine e a far riflettere sulla nascita e la morte e ripensare alla caducità della nostra vita, vino al simbolo dell’infinito e del terzo paradiso di Pistoletto, fino ad arrivare all’Uovo. Nella presentazione che ho fatto allo Spazio Tadini ho voluto soffermarmi un po’ di più su questo simbolo di grande valore che ci riporta ad alcune delle più belle pagine della storia dell’arte.  L’uovo è un simbolo affascinante nell’arte, spesso collegato a temi di nascita, creazione, e mistero della vita. Nel Rinascimento, ad esempio, l’uovo era visto come simbolo di perfezione e potenziale. Pensa all’uovo sospeso nella “Pala di Brera” di Piero della Francesca: rappresenta il cosmo, il mistero della creazione divina. Nel Rinascimento, dunque, l’uovo non è solo un simbolo di perfezione, equilibrio e armonia, ma rappresenta anche la relazione tra il divino e l’umano.

In altre epoche e contesti, come nel Surrealismo, l’uovo ha assunto connotazioni più psicologiche e complesse. Per esempio, Salvador Dalí lo usava per esprimere l’inconscio, la fragilità dell’io e le dinamiche interiori. L’uovo appare sia come guscio protettivo sia come forma da rompere per liberare qualcosa di nuovo.

E’ così che prende vita un dualismo che riflette il conflitto interiore tra il bisogno di protezione e il desiderio di liberazione. In questo modo, l’uovo diventa simbolo di trasformazione: ciò che è nascosto deve essere liberato per rivelare qualcosa di nuovo. Dalì utilizza l’uovo per rappresentare l’inconscio, la fragilità dell’io, e il potenziale di crescita interiore. Quindi, dal Rinascimento al Surrealismo, l’uovo rimane simbolo di potenziale e mistero, ma il suo significato evolve, passando dalla perfezione universale alla complessità dell’interiorità umana.”

In conclusione, possiamo dire che l’arte di Maurizio Brambilla è un invito a riflettere e a immergersi in una realtà che va oltre il visibile, stimolando una lettura psicoanalitica che ci porta a considerare il valore profondo della creatività e dell’esperienza umana.

È un onore per me poter raccontare il suo lavoro, ancora una volta. Quindi, lasciatevi trasportare da queste opere come in un vero viaggio esperienziale perché l’arte può essere capace di farci vedere il mondo con occhi diversi.

Alberto Moioli 

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