L’Umanesimo contemporaneo del quale si parla in ambiti culturali, appare oggi come qualcosa di interessante e non propriamente ascrivibile a quello che molti potrebbero etichettare come un anacronismo storico. Il movimento, che prese vigore in Italia nel quattrocento, in realtà proveniva dalle intuizioni e ricerche umanistiche avviate già in epoche precedenti dai poeti Francesco Petrarca (1304- 1374) e Giovanni Boccaccio (1313-1375), autentici ispiratori di una corrente della quale anche oggi si torna a parlare. Alla base l’idea di un nuovo corso culturale che possa “riportare l’uomo al centro”, nel quattrocento significava rottura con il medioevo, oggi forse lo si identifica con la ricerca di un nuovo senso d’umanità, meno iperconnesso e ancora da discutere. Oggi come allora al futuro ci si vuol rivolgere ponendo grande attenzione alle espressioni migliori dei “grandi” insegnamenti del passato, si pensi, in ambito artistico, alla ricerca che molti pittori e scultori stanno svolgendo cercando di riportare, con la pittura e la scultura, la figurazione al centro della loro espressione creativa, in contrapposizione agli eccessi del concettualismo dilagante in molti musei e gallerie.
La scienza della semantica ci svela che “umanesimo” proviene dal latino humánus, declinato nel senso di colto, istruito, raffinato, tutti elementi che contrastano con il termine bárbarus e le relative negative derivazioni estetiche.
In tale contesto proprio come nel rinascimento, Federico da Montefeltro ad Urbino promosse un importante umanesimo matematico dal quale emersero figure di enorme spessore culturale e artistico come Piero della Francesca il quale, attraverso una vera e propria ricerca scientifica, documentata dai testi “De corporibus regularibus”, il “Trattato d’abaco”, il “De prospectiva pingendi”, “De Prospectiva Pingendi”, insegnò le prospettive rinascimentali sulle quali poggiano tutt’ora alcune delle più belle pagine della storia dell’arte.
L’umanesimo attraversò così tutta l’Europa ed assunse in breve un carattere multidisciplinare coinvolgendo l’arte, la letteratura, la musica e l’architettura. Si pensi all’importanza di Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti che attraverso i loro capolavori e studi sono arrivati fino a noi proprio grazie ad un apporto intellettuale umanistico che anche oggi, evidentemente, può essere un vero nuovo pretesto per ricordare a tutti gli italiani la nostra forza identitaria culturale e artistica, sulla quale poggiare le future scelte. L’ideale estetico umanistico si identifica con la ricerca dell’equilibrio armonico delle forme e delle linee e della semplice grandezza e compostezza classica insegnata da Joachim Winckelmann, un’etica nuova fondata sulla volontà di rinascita e costruzione.
Alberto Moioli
(Umanesimo Contemporaneo)