Arriva ad Agrate una mostra dell’artista Maurizio Brambilla, l’inaugurazione prevista per Giovedì 21 Settembre alle ore 18.30.
Si tratta di un avvenimento molto interessante in cui oltre a conoscere il percorso dell’artista attraverso una accuratissima selezione di opere appartenenti ai quattro filoni portanti della sua produzione, sarà anche l’occasione per incontrare l’artista nel giorno dell’inaugurazione.
Vi aspetto mi raccomando….
Alberto Moioli
SOGNO DI UNA NOTTE DI FINE ESTATE
Personale di MAURIZIO BRAMBILLA
Giovedi, 21 Settembre ore 18,30
Intervento critico a cura di Alberto Moioli
“Il meraviglioso è sempre bello, qualsiasi meraviglioso è bello, e soltanto il meraviglioso può essere bello” da Il “manifesto del Surrealismo” di Andrè Breton
dal 22 al 30 Settembre 2017
orari d’apertura: marr-sab 9.30/12.30 – 15.00/19.00
in collaborazione con
@SPAZIODEDICATO
Agrate via IV Novembre, 30 // INFO paola@spaziodedicato.com T: 039 6056201
Articolo d’approfondimento su CorriereQuotidiano (Link)
Documenti per la stampa (qui)
Testo Critico a cura di Alberto Moioli
Maurizio Brambilla, scenografo e pittore milanese, presenta nell’elegante cornice espositiva offerta dallo @spaziodedicato di Agrate, una selezione di circa quaranta opere che raccontano un percorso creativo particolarmente interessante.
Il “timbro” del pittore appartiene a quella narrazione visiva, che si accosta ai suggerimenti della corrente metafisica, con quel pizzico di re-interpretazione capace di imprimere, in ognuno dei quattro filoni tematici proposti, un fil rouge particolarmente interessante. “L’aroma” delle opere di Brambilla ci riporta inevitabilmente alla memoria quel Realismo Magico, che grazie ai grandi protagonisti della prima metà del novecento ci consentirono di recuperare quei valori profondamente intrisi di classicità, scrivendo alcune delle più belle pagine della storia dell’arte contemporanea. L’operazione espressiva dell’artista consente la trasfigurazione e la frammentazione della quotidianità, attraverso l’innesto di circostanze soprannaturali tra le pieghe del reale, ottenendo così un ulteriore arricchimento in termini di contenuti e simboli. Tra le opere esposte si può ammirare un’iconografia volumetrica ascrivibile a quella plasticità tridimensionale pittorica della quale l’artista ne è maestro, nella consapevolezza e sensibilità che gli consente di individuare una varietà infinita di reinterpretazioni di una nuova realtà immaginata.
La rappresentazione della “topiaria” ci riporta in un ambito in cui l’arte e la natura dialogano tra loro nel segno dell’armonia. Maurizio Brambilla, in questo contesto, riesce mirabilmente a trasformare il dato quotidiano in una visione enigmistica, i cui simboli appartengono all’ambito filosofico e dunque strettamente legati alla sfera intima di ognuno di noi.
Le geometrie occupano sapientemente l’area del quadro equilibrando la composizione con grande attenzione a volumi e spazi, i labirinti appaiono come una forte metafora della vita, elemento simbolico di apparente elementare lettura, ma affrontato con particolare sensibilità espressiva dall’artista.
L’approccio ai codici del linguaggio artistico del pittore, prende avvio da una rappresentazione figurativa in un ambito che potremmo definire metafisico, ma questo è solo un pretesto per approdare oltre la “realtà fisica” e liberare così l’espressione più profonda e poetica di un ipotetico “volo”.
Un viaggio sospeso che riesce ad offrire all’attento osservatore una realtà differente, una visione tra il reale e l’onirico in cui la panoramica d’insieme sul labirinto offre nuovi spunti di riflessione e nuove soluzioni agli enigmatici e affascinanti alfabeti di Maurizio Brambilla.
Non si discostano di molto le narrazioni del pittore nella rappresentazione del mondo del “golf”, dove appare la figura umana incorniciata con un’attenzione particolare all’ordine e alla pulizia compositiva, una narrazione che coniuga l’elegante gesto sportivo con la “perfezione” del paesaggio circostante, in linea con lo stile espresso nelle opere di “topiaria”.
“Devo rendere conto delle passioni e dei sentimenti interiori dell’uomo in continua crescita della verità – afferma Maurizio Brambilla – ovvero di una verità o realtà misteriosa e difficile da indagare”. Con queste parole il pittore presenta le opere legate al filone dei “Fari” o “Fuochi del mare”. Anche in questa occasione la sensibilità dell’artista emerge in tutta la sua forza esprimendo la bellezza e la grandezza della natura in contrapposizione con la simbolica e scenografica presenza imponente dei guardiani dei mari, immobili di fronte alla forza della natura, quieta o burrascosa che sia. Il Faro di Brambilla emerge e spadroneggia su tutto, un simbolo di forza e resistenza, un segno del destino che gli è stato affidato e che mantiene con le radici ben salde nella terra circondata dal mare.
L’esperienza immanente che caratterizza la complessità del percorso di Maurizio Brambilla riesce ad essere espressa con la stessa forza espressiva anche nelle visioni, quasi intime, riservate alle nature morte, dove la luce dipinge ogni singolo dettaglio, alimentando così il volume degli oggetti ed esprimendo un senso di intima poesia.
Si tratta di un nuovo e costante suggerimento ad immergerci nelle opere, a lasciarci trasportare e sporcare l’anima dai colori. È infatti l’autore stesso, con l’opera “Volo di farfalle, immagina il racconto”, a suggerirci di continuare a volare sopra le superficialità e le banalità quotidiane, lasciando che sia il nostro cuore a scrivere, ancora una volta, il racconto, la poesia.
Alberto Moioli