“Non si può insegnare niente;
si può solo far sì
che uno le cose
le trovi in se stesso.”
Galileo Galilei (1564 – 1642)
Per comprendere e per immergersi appieno nell’esperienza pittorica dell’artista Mirna Bisulli è necessario tenere in considerazione un percorso, un’evoluzione, che non è solo stilistica ma anche e soprattutto di ricerca interiore. Mirna dipinge le sue opere calandosi in uno stato meditativo molto profondo, una situazione che le consente di cogliere direttamente dalla sua anima le emozioni più forti e tradurle in una pittura che si rivolge direttamente ad una dimensione spirituale nuova. La pittura di Mirna è un’indagine, una ricerca all’interno della quale lei stessa cerca risposte personali e al contempo offre all’osservatore più attento, spunti molto interessanti per calarsi in un mondo in cui il dialogo e il confronto avviene tra essere e divenire, tra immanente e trascendente. La ricerca di Mirna Bisulli è al centro di tutta la sua espressione pittorica, la sperimentazione per l’artista non appartiene al mondo della tecnica e dei materiali ma alla sua anima buona sempre costantemente rivolta alla diffusione di un messaggio fondato su armonia, pace e benessere interiore.
In questo contesto le opere di Mirna Bisulli vanno considerate come dipinti che contengono un’enorme quantità di messaggi e significati, segni che sono individuabili solo se ci si lascia coinvolgere dalle sue pennellate di colore, dalla luce, che è il vero soggetto di ogni sua opera. Una luce, quella dei suoi dipinti, che vuol essere una guida, una nuova strada da seguire per una rinascita collettiva dove gli elementi esoterici non mancano e vivono attraverso le vibrazioni dell’arte. Mirna ha fortificato sé stessa nel corso del suo percorso attraverso la forza straordinaria che è propria delle persone che hanno la capacità e il coraggio di guardarsi dentro ed ha ritrovato negli insegnamenti del Maestro Baba Pyare Lal Bedi – Baba Bedi [1](Panjab 5 Aprile 1909 – 31 Marzo 1993 Rivarolo).
La pittura è dunque giunta nella vita di Mirna come naturale estensione del suo pensiero, della sua riflessione espressiva, l’arte ancora una volta si rivela come strumento d’analisi interiore e come nuova opportunità per la creazione di alfabeti personali attraverso i quali comunicare la straordinarietà della vita, che Mirna celebra ogni giorno raccontando, attraverso i suoi colori, la bellezza.
L’artista scava nel suo cuore, indaga e rielabora i misteri dell’esistenza e li declina attraverso la magia della pittura, offrendo a tutti noi la possibilità di accedere in una nuova dimensione, quella che Mirna individua nella meditazione, nelle vibrazioni dell’anima, nell’energia della luce. Ogni dipinto vuol essere una sorgente attraverso la quale ognuno può provare a ritrovare, piacevolmente, se stesso. Non è un caso dunque che i titoli delle sue opere siano chiavi di lettura pensati per agevolare chiunque si appresti ad entrare nel suo mondo; “pace”, “evolvi nella luce”, “la leggerezza eleva”. Si pensi all’opera tonda, intitolata “il cammino dell’anima” del 2020, in cui le pennellate disegnano lievi e armoniche scie curve che inducono lo spettatore a seguirle e ad approdare oltre il limite materiale imposto dal supporto. Questa è un’opera altamente simbolica del gesto espressivo di Mirna Bisulli perché contiene in modo evidente e poetico, la ricerca della luce della vita, alla ricerca di una strada interiore, di un percorso personale, di un vero e proprio cammino dell’anima da compiere con coscienza e serenità.
A fronte di una storia creativa lunga, articolata e sempre in fermento, Mirna Bisulli ha partecipato a innumerevoli mostre collettive, ha ottenuto numerosi e autorevoli riconoscimenti e molti hanno scritto di lei riscuotendo, giustamente, apprezzamenti sia dal pubblico che dalla critica più esigente.
Nasce, vive e lavora nella meravigliosa Cesena, terra romagnola in cui storicamente risiedono persone la cui umanità e simpatia sono caratteristiche distintive, elementi rari in un mondo contemporaneo in cui l’indifferenza e il nichilismo sembrano imperare. Le opere di Mirna Bisulli dunque appartengono al mondo del benessere psicofisico perché, se vogliamo, le possiamo considerare come rifugio all’interno del quale trovare la possibilità di riflettere e di ritrovare i valori veri legati al nostro vero essere, quello più intimo e vero, dove non è ammessa alcuna maschere ad ingannare la realtà. Si noti ad esempio come nei dipinti di Mirna spesso si celebra la vita con movimenti circolari, come metafora della circolarità e ripetitività della vita, come se lei stessa volesse suggerire nuovi registri akashici[2], elementi che parlano di vibrazioni energetiche del pensiero attraverso
Onore al merito dunque a Mirna Bisulli per aver costantemente inseguito la ricerca della verità e della bellezza e di sperimentare quotidianamente la via della comunicazione creativa attraverso i codici del linguaggio artistico che le è proprio e che mi auguro di poterlo apprezzare ancora per molti anni, curioso di scoprire le sue prossime intuizioni espressive.
Alberto Moioli
[1] Maestro Baba Pyare Lal Bedi – Baba Bedi [1](Panjab 5 Aprile 1909 – 31 Marzo 1993 Rivarolo). Nato nella zona di Punjab in India è considerato il sedicesimo discendente del fondatore del sikhismo, religione monoteista nata in India nel XV secolo. In tale ambito si ricorda il meraviglioso Harmandir Sahib, luogo sacro sito ad Amristar conosciuto anche come “Tempio d’oro”, oggetto di importanti pellegrinaggi religiosi.
[2] I primi riferimenti sui registri Akasha pare siano stati trovati nei testi della fondatrice della Società Teosofica, Helena P. Bla-vatsky (1831-1891). “Akasha è uno dei principi cosmici ed è un soggetto plastico, creativo nella sua natura fisica, immutabile nei suoi principi più elevati. E’ la quintessenza di tutte le possibili forme di energia materiale, psichica o spirituale; inoltre contiene in sé i germi della creazione universale, che fiorisce sotto l’impulso dello Spirito Divino.” Si tratta di concetti e riflessioni in ambito di esoterismo diffuso per lo più in Occidente nella dottrina teosofica verso la fine del XIX sec facendo esplicito riferimento ai significati che giungono, ancora una volta, dalla storia e dalla filosofia dell’India più spirituale.