19 marzo. A tutti i papà del mondo
A me questa ricorrenza emoziona perché è un ulteriore pretesto per celebrare i nostri papà e per pensare a quanto sia meraviglioso rivestire questo ruolo.
Se da un lato mi piace pensare al mio papà e a tutta la sua storia incredibile, sentendomi sempre in colpa per tutte le volte che stupidamente non ho trovato il tempo per stare con lui, dall’altro lato mi sento al settimo cielo anche quando dopo il mio mezzo secolo mi sento chiamare papà. Tutte le volte è un brivido ed ogni volta non è mai banale.
Nel mondo dell’arte c’è un opera che più di molte altre mi ha sempre affascinato ed è quella molto famosa di Jean–François Millet (1814 – 1875), maestro del realismo francese ma soprattutto immenso nella sua poetica pittorica. Ci ha lasciato opere immortali contribuendo senza alcun dubbio a scrivere alcune delle più emozionanti pagine della storia dell’arte tanto che Vincent Van Gogh ne fu talmente ispirato da chiamarlo papà Millet. Oltre al celebre “Angelus” opera della quale ho già raccontato molto, l’opera di oggi è “I primi passi” del 1858.
Lettura delle opere
In questa famosa opera è evidente la forza simbolica espressa dall’amore familiare, dalla complicità tra papà e mamma nell’agevolare e stimolare il compimento dei primi passi della figlia. Attraverso la scelta cromatica molto delicata il pittore ha sottolineato ancora di più l’intimità della famiglia, il senso e l’armonia di un momento straordinariamente importante per la bambina nell’atto di compiere quei primi passi che compirà altre innumerevoli volte perché la vita ti mette inevitabilmente davanti a molte sfide e tutte le volte, come a dover sempre ricominciare, è come se compissimo nuovi primi passi e tutte le volte vorremmo, vorrei, che al compimento di queste nuove sfide ci fossero mamma e papà con le braccia aperte. Un segno di protezione e di accoglienza che è rappresentato simbolicamente anche dalla posizione dei due genitori, come due pilastri che sorreggono l’equilibrio compositivo dell’immagine.
Un’opera che mostra un papà che ha messo da parte gli impegni della vita, ha posato gli strumenti del lavoro e ha messo in primo piano l’importanza del momento famigliare, l’importanza della figlia.
In ultima analisi ecco l’opera che Vincent Van Gogh dedicò al medesimo argomento, un tributo a Millet in cui nell’apparente fortissima somiglianza si possono scorgere importanti e simboliche differenze, forse a voler rivelare un assai diverso modo di intendere la vita familiare.
Alberto Moioli – “A tutti i papà del mondo”
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