“ЯК ВИ” è il significativo titolo della mostra allestita al Yermilov Centre di Kharkiv, Centro d’arte contemporanea internazionale intitolato al grande artista ucraino Vasyl Yermilov che anni fa’ avviò un progetto espositivo da un piccolo attico in città senza sapere lo sviluppo autorevole che ebbe.
Il centro, oggi più che mai, ha infatti assunto un ruolo di particolare importanza non più solo nel campo delle esposizioni e nell’indagine costante legata alle eccellenze espressive ucraine, ma anche in virtù di un grande progetto che lo lega proprio alla sanguinosa guerra in corso.
Il 24 febbraio scorso è iniziata l’invasione dell’esercito russo sul suolo ucraino, orrore che continua tutt’ora purtroppo, un dramma che inevitabilmente ci avvicina alla sofferenza dei tanti civili che stanno tutt’ora vivendo l’esperienza del terrore. Kharkiv è stata una delle prime città a subire un attacco devastante resistendo, per come possibile, ai bombardamenti, evento definito dallo stesso staff presidenziale come la Stalingrado del 21° secolo.
Si consideri che la città ha sempre giocato un ruolo molto importante nella storia dell’Ucraina, sia sul fronte strategico, per la posizione geografica, sia su quello storico. Kharkiv fu infatti la prima capitale riconosciuta dalla Repubblica socialista sovietica ucraina fino agli anni ’30. Una storia, la sua, che purtroppo passa anche dall’invasione della Germania nazista del ’41 a alla riconquista sovietica e relativa dominazione nel secondo dopoguerra.
Quella che oggi viene ricordata come la “Battaglia di Kharhiv” è in realtà frutto della storia recente perché porta la data del 6 Marzo 2022. Sono i giorni in cui lo Yermiloc Centre iniziò a rivestire un ruolo ancor più elevato rispetto a quello che potrebbe avere qualsiasi museo, oltre a conservare opere pittoriche e scultoree, ha preso avvio anche il progetto “ЯК ВИ” (letteralmente = Come stai), voluto dalla Dir. Natalia Ivanova che in esclusiva mi ha raccontato:
“Il nostro team lavora nel campo dell’arte contemporanea, facciamo progetti espositivi con le opere di artisti ucraini, che sono conservate nel nostro centro in sicurezza.
La guerra è una cosa molto spaventosa, ma in situazioni così critiche possiamo capire quanti amici e persone premurose abbiamo che sono pronti ad aiutare.
“ЯК ВИ” È un progetto sui primi giorni della guerra a Kharkiv, quando il nostro centro divenne un rifugio per artisti, le loro famiglie e amici…”
Il progetto è inteso come un’installazione/performance che mette in relazione spazio e arte con l’istituzione museale e la comunità artistica contemporanea vivente, qui, raccontano, “abbiamo costruito una nuova casa con quello che potevamo trovare, abbiamo lavorato e riposato” e con la paura della guerra nella propria casa si sono sostenuti a vicenda perché la sopravvivenza ha unito ancor più tutti. “E tutto ciò è vera arte” (Kostyantyn Zorkin).
A cura di Alberto Moioli
Sentito e toccante, ma più dell’arte, occorre difendere la vita, feconda matrice dell’arte, e forse proprio questo è il senso del proteggersi e proteggere il racconto artistico di tanti artisti: una memoria di impegno ed anni che racconta di altri tempi e della catastrofe di oggi, un racconto vero e tragico che non deve spegnersi nonostante i lutti perché un racconto di vita.
Lucia
Grazie Lucia del contributo. Sono in contatto, pur con mille difficoltà con la Direttrice del Museo che purtroppo si trova in una zona in cui i pericoli per le vite umane sono altissimi. Mi ha affascinato l’approccio umanitario e culturale allo stesso tempo del Museo in cui la “resistenza” alle brutture della guerra è affrontata in un luogo d’arte, facendo arte. Grazie davvero Lucia.
Alberto