L’opera con la quale iniziamo il percorso nel mondo di Raffaello è un capolavoro dipinto nel 1502 e dedicato alla rappresentazione di San Sebastiano.
L’anno in cui viene realizzata quest’opera si svolge in un periodo davvero straordinario sia da un punto di vista storico che simbolico. Raffaello Sanzio infatti nasce e sviluppa la sua sensibilità in Urbino all’ombra della dinastia dei Montefeltro. Oddantonio (1443-1444), Federico II (1444-1482) e Guidobaldo, spodestato proprio nel 1502 ponendo fine ad un periodo in cui aveva preso consistenza la nascita di importanti movimenti e influenze culturali che caratterizzarono tutto il rinascimento. Si pensi all’Umanesimo matematico di Luca Pacioli e ai grandi protagonisti dell’epoca come Piero della Francesca.
Raffaello è figlio di quel tempo, anni in cui al potere arrivarono i Borgia e i Della Rovere. Raffaello, in questi anni definiti dagli storici, “giovanili” e ancora influenzato dagli insegnamenti del Perugino, dipinge il suo San Sebastiano, imponendo una nuova visione. Se siamo abituati a tale rappresentazione pittorica attraverso il corpo del martire legato ad un tronco e trafitto da tante frecce “da farlo sembrare un riccio” si legge nella Passio (passo dei vangeli in cui è narrata la passione di Gesù), Raffaello sceglie di mostralo in tutta la sua delicata bellezza, un’ostentata grazia inviolabile, come a dimostrare la sua superiorità spirituale. Il martire tiene in mano una freccia come una firma, come un’indicazione ulteriore della quale Raffaello ne è il geniale artefice.
San Sebastiano, non morì infatti legato e trafitto perché, si narra, venne curato da Sant’Irene ma poi punito, flagellato a morte dagli imperatori Diocleziano e Massimiano nel tentativo di farli redimere.
Oggi il San Sebastiano di Raffaello (tempera e olio su tavola, 45,1 x 36,5 cm), conservato all’Accademia Carrara di Bergamo ci ricorda quando nel 680 a Roma scoppiò una devastante pestilenza ed il popolo ricorse proprio a San Sebastiano facendo miracolosamente cessare l’emergenza, come accadde, si narra, poco dopo anche a Pavia per sconfiggere la peste.
San Sebastiano di Raffaello è un’opera straordinaria che ci può consentire di “leggerla” attraverso gli inequivocabili simboli ed apprezzarne la carica spirituale ed espressiva secolare, attorno ad essa la storia dell’artista, la storia dell’Italia, del rinascimento e di una vera rinascita culturale e artistica, nel nome della bellezza più autentica.
Alberto Moioli